MARTA MARCHETTI

Sulle tracce di “Anna La Lupa” (a partire dall’Archivio Zeffirelli).

Il ritorno in teatro di Anna Magnani

Il 26 maggio 1965 Anna Magnani tornava sulle scene teatrali, dopo più di dieci anni di assenza, ne La Lupa di Giovanni Verga per la regia di Franco Zeffirelli. Quella serata alla Pergola di Firenze fu annunciata dalla stampa estera e italiana come un evento, già proiettato nel futuro sui palcoscenici dei più grandi teatri europei. In effetti troviamo tracce di quello spettacolo a Parigi, Vienna, Zurigo, Mosca e naturalmente in molte città italiane. Il mio intervento intende in primo luogo tracciare una mappa di quella lunga tournée che tenne impegnata l’attrice per quasi due anni, per capire in che modo ognuno dei diversi contesti di ricezione dello spettacolo abbia contribuito alla costruzione dell’immagine di una “Magnani Europea”. In secondo luogo si intende riflettere sulla costruzione di quel ruolo (Gna’ Pina) che oltre alla visione registica e alla tradizione letteraria di riferimento rimanda naturalmente alla biografia dell’attrice. Da questo punto di vista la ricostruzione del testo spettacolare, possibile grazie ai documenti conservati presso l’Archivio Zeffirelli di Firenze, diventa il presupposto necessario a verificare quanto lo stesso regista aveva più volte dichiarato: “La Lupa è un testo tutto per la Magnani e lo spettacolo è quasi interamente costruito intorno a lei”.


BIO:


Marta Marchetti è ricercatrice in Discipline dello Spettacolo all’Università di Roma “La Sapienza”, Dipartimento di Lettere e Culture Moderne. Le sue ricerche si concentrano sulla storia del teatro europeo dall'epoca moderna alla contemporaneità, sull'analisi dello spettacolo dal vivo e sui processi di romanzizzazione del teatro. Tra le sue pubblicazione recenti: Guardare il romanzo. Luca Ronconi e la parola in scena (Rubbettino 2016); Luchino Visconti, la regia e il teatro di Dostoevskij, (Studi -e testi- italiani 2016); La Pamela de Carlo Goldoni et l’écriture du roman en scène («European Drama and Performance Studies», Garnier, 2017); Vincenzo Torraca e una nuova storia per il Teatro Eliseo (Studi e testi Italiani, Bulzoni 2018): Cristo ’63 di Carmelo Bene. Omaggio a Joyce («Acting Archives» 2019);The Journey of the Mute Frankenstein of Thomas Potter Cooke: Towards a Language of a New Science («Medicina nei secoli. Arte e Scienza» 2019). Ha tradotto e curato l’edizione italiana di A. Ubersfeld, Leggere lo spettacolo (Carocci 2008) e J. Copeau, La messinscena de Le furberie di Scapino. Note di regia (Bulzoni 2017). Fa parte dell’ unità locale del progetto di ricerca "F-ACTOR Forms of Contemporary Media Professional Acting. Training, Recruitment and Management, Social Discourses in Italy (2000-2020)" (Prin 2019; PI: Francesco Pitassio Università di Udine; coordinatore unità locale Sapienza: E. Morreale).