LIVIO LEPRATTO

«La louve»e «la Femme».La ricezionedi Anna Magnani nelle riviste della «cinéphilie catholique» francese


Il presente intervento si propone di offrire un’inedita chiave di lettura del “fenomeno Anna Magnani”, con l’intento di metterne in luce la ricezione da parte di talune riviste cinematografiche del panorama cattolico francese, quali «Radio Cinéma Télévision» (1950-1960) e la sua discendente diretta «Télérama» (1960-). I due periodici in questione – tra i migliori rappresentanti di quella tendenza cattolica francese fiorita nel secondo dopoguerra col nome di «cinéphilie catholique» – rivolgono sin da subito alla figura della Magnani un’accoglienza e una considerazione senza pari, soprattutto se confrontate con il coevo panorama critico cattolico italiano. A testimonianza di ciò, si pensi ai molteplici articoli, interviste, copertine e tributi post mortem che le due riviste dedicano alla diva italiana nell’arco di circa trent’anni. E a renderle omaggio sulle pagine dei nostri due settimanali – caso anche questo assai significativo – sono soprattutto giornaliste e studiose donne, tra cui Claude-Marie Trémois e Monique Lefebvre. Ciò che emerge da tale nutrito corpus di contributi è un ritratto femminile in cui si mescolano inscindibilmente i tre caratteri di “attrice”, “diva” e “icona”. Caratteri a cui si aggiungono numerosi altri riconoscimenti e definizioni, di volta in volta riservati alla Magnani sulle pagine dei due periodici francesi: si va allora da «louve romaine» a «incarnation du Néo-Réalisme», da «grande dame du peuple» a «Femme» per eccellenza, e, ancora, da «force de lanature» a «visage du meilleur cinéma italien». Tutto ciò a ulteriore dimostrazione di come – anche (e forse soprattutto) al di fuori dei confini nazionali italiani e nel caso specifico del fronte cinefilo cattolico francese– la Magnani sia stata accolta quale figura «capace di unire in sé i più irriducibili opposti», risultando per questo quanto mai difficilmente classificabile.


BIO:

Livio Lepratto si è laureato nel 2010 in Storia dell’arte contemporanea con una tesi di laurea dal titolo L’esperienza estetica dello spettatore cinematografico. Nel 2012 si è laureato in Giornalismo e cultura editoriale con una tesi di laurea dal titolo Professione: telereporter. Il giornalismo televisivo come tema letterario e cinematografico. Dal 2013 è membro del comitato scientifico della rivista «Uni-versum», e membro della redazione della rivista «Ricerche di S/Confine». Nel 2014 ha invece ottenuto la nomina a cultore della materia in Storia e critica del cinema presso l’Università degli Studi di Parma. Nel 2017 ha conseguito il Dottorato in Storia dell’arte e dello spettacolo (Storia e critica del cinema) presso l’Università di Parma, con una tesi di dottorato dal titolo: Le due vie cattoliche al cinema. Metodologie e itinerari critici tra Francia e Italia dal 1945 al 1975. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo: Un neorealismo a colori? Itinerari cromatici nel cinema neorealista, in Michele Guerra (a cura di), Invenzioni dal vero. Discorsi sul neorealismo (Atti del Convegno Parma 1953-2013: 60 anni di Neorealismo, Parma, 4-5-6 dicembre 2013), Diabasis, Parma, 2015; L’“osceno” cinematografico dopo il ’68 sui periodici cattolici: Francia e Italia a confronto, in Mauro Giori, Tomaso Subini (a cura di), I cattolici, il cinema e il sesso in Italia tra gli anni ’40 e gli anni ’70, «Schermi. Storie e culture del cinema e dei media in Italia», annata I, numero 1, I semestre 2017; Una critica cattolica ancora da scoprire: «L’eco del cinema e dello spettacolo» e «Cronache del cinema e della televisione», in Michele Guerra, Sara Martin (a cura di), Atti critici in luoghi pubblici. Scrivere di cinema, tv e media dal dopoguerra al web (Atti del Convegno Il pensiero critico italiano. Scrivere di cinema dal dopoguerra al web, Università di Parma, 4-6 giugno 2018), Diabasis, Parma, 2019.