GIULIA RACITI

Immagini a registro: uno sguardo al cinema di Anna Magnani


Posto che il cinema è immagine-movimento, accade sovente che il ricordo di un testo filmico venga evocato per phantasmata, perché, citando Aristotele, “L’anima non pensa mai senza immagini”.

Da una simile prospettiva, è possibile accostarsi alla filmografia di una diva totale come Anna Magnani mettendo in evidenza quelle immagini cristallizzate nella memoria come formule di pathos, Pathosformeln (Warburg) riconoscibili per esempio nelle posture tipiche corporeo-gestuali – come il pathos della sofferenza. Si tratta di Denkbilder, per dirla con Benjamin, inscritte nell’immaginario in forma di engrammi o tracce mnestiche (Pinotti e Somaini).

Così, sulla scia della metodologia di ricerca proposta da Tomasino e dal suo Archivio dello Spettacolo, ci proponiamo di accostarci al cinema della Magnani per mezzo di una catalogazione trasversale di immagini a registro: maternità, voltificazione, popolanità, corporeità e oltre; insomma griglie di immagini volte a gettare uno sguardo sulle plurime e contraddittorie sfaccettature divistiche dell’attrice. Se da un lato queste griglie di immagini fisse ci privano dell’esplosiva performatività della Magnani, concentrato di fisicità e vocalità (O’Rawe), dall’altro, relazionando i piani della presenza con il corpo, il volto, le posture (Pierini), ci consentono di gettare uno sguardo su regimi di presenza alternativi che seguitano a essere mobilitati da Anna Magnani, icona simbolo del cinema italiano e internazionale, “concentrato di quella sinergia tra istanze del neorealismo e istanze del divismo” (Grignaffini).

BIO:

Giulia Raciti (Palermo 1981) ha conseguito il Dottorato in “Tecnologie Digitali per la Ricerca dello Spettacolo” presso La Sapienza di Roma, è stata assegnista di ricerca quadriennale in Spettacolo presso il Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università di Palermo, dove è stata anche docente a contratto di “Storia dei media”. Ha pubblicato diversi saggi nel campo degli studi sullo spettacolo ed è autrice delle monografie: Quinte barocche nel deserto. Baarìa di Giuseppe Tornatore, Falsopiano, Alessandria 2014; Il ritornello crudele dell’immagine. Critica e poetica nel cinema di Carmelo Bene, Mimesis, Milano 2018.