BARBARA ROSSI

"Magnani… Never such animal excitement on the screen": l’erotizzazione del corpo di Anna Magnani nei suoi tre ruoli hollywoodiani


«L’attrice italiana Anna Magnani, figura rappresentativa dello stile e della sensualità latina, era presente allo spettacolo di Mae West al Lou Walter’s Theatre nel Quartiere Latino» (“New York Journal-American”, 17 ottobre 1954); «Anna Magnani, il mio tipo d’oggi, è molte cose per molti uomini. Lei è semplice, esplosiva, vivace. Lei è la vitale piccola bruna per molti uomini» (“New York Post”, 4 dicembre 1955); «Magnani…Never such animal excitement on the screen» (“New York Post”, 8 dicembre 1957).

Come testimonia la molteplicità di cronache giornalistiche e di manifesti pubblicitari statunitensi dell’epoca, il travaso di Anna Magnani - a metà degli anni Cinquanta - nel contesto dello star system hollywoodiano comporta una rimodulazione del suo profilo divistico sotto il segno di una prepotente sensualità, quasi del tutto trascurata dal cinema italiano. Se, ad esempio, in The Rose Tattoo la Magnani risulta convincente - alla luce del suo passato cinematografico - nel ruolo della madre, ci si può domandare, invece, se il suo essere donna, ovvero il modo in cui i codici della rappresentazione ne restituiscono la femminilità, lo sia altrettanto.

Sotto questo aspetto, l’elemento che accomuna le tre pellicole girate da Anna Magnani in America è proprio il tentativo di variare, anche se solo parzialmente, la sua immagine di attrice e di donna, con l’obiettivo di far emergere anche il suo essere “femmina” e di valorizzare quelle sfumature erotico-seduttive che - se da un lato servono ad avvicinarla alle dive hollywoodiane dell’epoca - dall’altro la allontanano dalla figura archetipica che, ormai da molto tempo, circoscrive e rende riconoscibile la sua identità sul grande schermo.

Il case study in oggetto si propone di verificare, attraverso una breve disamina di alcuni passaggi significativi tratti dai tre film americani di Anna Magnani (The Rose Tattoo, Wild Is the Wind, The Fugitive Kind), quanto risulti credibile l’atteggiamento seduttivo dell’attrice nelle diverse figure femminili da lei incarnate, proprio perché così distante dalla sua immagine convenzionale.


BIO:

Barbara Rossi, media educator, svolge attività didattica presso istituti scolastici, enti pubblici e privati. Ha conseguito la laurea in Storia e Critica del Cinema all’Università degli Studi di Torino, con una tesi sul periodo hollywoodiano di Anna Magnani; è presidente dell’Associazione di cultura cinematografica e umanistica “La Voce della Luna” di Alessandria. Ha condotto incontri di formazione riservati ai docenti per il Museo Nazionale del Cinema di Torino. Collabora con il gruppo di ricerca “Memofilm, la creatività contro l’Alzheimer”, facente capo alla Cineteca di Bologna. Dal 2015 al 2017 ha organizzato la Festa del Pensiero, festival di filosofia e arti varie, ed è attualmente organizzatrice, ad Alessandria, della Summer School sui linguaggi del cinema e dei media “Immersi nelle storie”, oltre che co-organizzatrice del Festival Adelio Ferrero (Cinema e Critica). Giornalista pubblicista, cura la rubrica "Le lune del cinema" per la rivista “Cineforum” e collabora con i magazine “Diari di cineclub”, “Alessandria News” e “Dialessandria”; suoi saggi di argomento cinematografico sono stati pubblicati in diversi volumi antologici. E’ autrice del volume "Anna Magnani, un’attrice dai mille volti tra Roma e Hollywood" (ed. Le Mani, 2015) e di una monografia sul cinema di Edgar Reitz, di prossima uscita per le edizioni Bietti.